L'architettura
in sé non significa nulla, ma ha sempre bisogno di un produrre
altro da lei dal quale mimare forma o prassi operativa. In
tal modo ogni architettura diviene un frammento "analogo"
a qualcos'altro che si scegli come referente. La conseguenza
è che ogni architettura è un giudizio universalmente soggettivo,
proporzionamento di segni e significarti, generato dal libero
gioco delle facoltà intellettive ed immaginative di chi la
produce. Gli scritti qui pubblicati commentano questa mutevole
aderenza analogica, per come si è mostrata negli ultimi trent'anni.
"L'uomo
senza qualità, senza certezze, ricerca qualità e certezze
ed è soltanto una metodologia scientifica che non si ponga
l'annosa problematica della ricerca dell'essenza che può dargliele."
Il
testo riunisce gli interventi pubblicati in forma sparsi da
Antonio Rossetti a partire dal 1965. Sono raccolti i seguenti
saggi:" IL contributo di Kevin Lynch ai problemi della
forma"; "Il terrore del nulla"; "Splendori
e miserie di un'idea"; "Aperti orizzonti";
"Centri antichi e centri storici", "Etimologie";
"Immagini minime"; "Parabola di una norma";
"In margine all' Autobiografia Scientifica di Aldo Rossi";
"L'immagine della città"; "Riserve sull'insegnamento
di architettura"; "Sul concetto di tipologia architettonica";
"Forme del frammento analogo".
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